Sono riurscita ad allontanare la vendetta che covavo. La meditazione mi ha aiutato tantissimo. "Accetta tutto questo". L' ho accettato anziché sfidare la congettura.
Il mio Ego voleva averla vinta invece l' ho lasciato senza armi! È una sensazione bellissima; dapprima furibonda dopo il torto e dolore subito, e subito dopo una grande liberazione... come se una luce mi abbia sfumato tutto il film che la mia stessa mente aveva scritto.
Ora sono di nuovo in un conflitto interiore perché sono una persona empatica e nelle conversazioni ascolto con attenzione anche il tono dellavoce quando mi si parla. Come posso aiutarmi a non dare peso al fatto che non mi viene chiesto come sto io? Ascolto, ascolto e io non posso confrontarmi, non mi e' concesso, non lamentarmi, ma almeno poter esternare il mio stato d' animo del momento...pare che a nessuno importi nulla. Sono consapevole che il mio ruolo è soltanto quello di essere una buona valvola di sfogo,che mi fa poi sentire vuota e senza forze e, devo ammettere, anche un po usata. Allora mi chiedo: di questo mio bisogno, dove sta la trappola?
Grazie a chi vorrà aiutarmi a riflettere su questo🙏
Ciao Alba, ho avuto per tanti anni il tuo stesso problema. Perché le persone sono così concentrate su se stesse da dimenticarsi di chiedermi come sto? Sono arrivata a questa conclusione: viviamo in un mondo saturo di negatività nel quale ogni giorno ci si chiede più di quanto riusciamo a sopportare. In questa condizione non riusciamo a vedere le piccole cose belle della vita e soprattutto (cosa molto triste) non vediamo le persone intorno a noi. Perciò appena troviamo qualcuno disposto ad ascoltarci le scarichiamo addosso tutto, così da sentirci meglio, senza fermarci a pensare che anche chi ci ascolta potrebbe aver bisogno. Il mio pensiero per te è questo: se davanti a te non trovi nessuno che ti voglia ascoltare volgi il tuo sguardo verso un'altra direzione e vedrai che troverai chi con sincerità ti chiederà: Alba come stai?
Con affetto, Isabel